lunedì 8 febbraio 2010

Brevissima storia della stampa

  • La carta
I Cinesi iniziarono a produrla del I sec. d.C. triturando stracci di lino e cotone. Il primo documento cartaceo in Italia è una lettera del 1109, scritta in greco e arabo e conservata a Palermo. La prima cartiera italiana è quella di Fabriano, nelle Marche, fondata nel 1276. I cartai di Fabriano sono considerati i migliori d’Europa. Ne seguiranno poi altre a Bologna, Prato, Venezia, Modena e Amalfi. Fino alla fine del XVIII secolo la carta venne fabbricata a mano, con stracci di lino e cotone triturati, sciolti in acqua e spappolati fino allo stato semiliquido. La pasta viene poi posta in un telaio distribuita uniformemente, la si disidrata e la si stende ad asciugare, si passa poi alla collatura: immersione in colla animale che dà maggiore resistenza e compattezza. Dal XIV secolo l’uso della carta divenne molto diffuso, fino a soppiantare la pergamena che continuò per un po’ di tempo ad essere usata solo per i documenti ufficiali. All’inizio del XIX secolo iniziò la produzione meccanica della carta e intorno al 1850 iniziò l’impiego di cellulosa e di legno.
  • La stampa
Dalla fine del XII secolo, con la diffusione di una cultura laica, non sono più soltanto i monasteri a produrre testi scritti. Anche la ricca borghesia si avvicina alla lettura, nascono così biblioteche private e si aprono le prime Unversità che elaborano trattati e opere anche in volgare. Si moltiplicano le botteghe di scrivani producendo testi umanistici e scientifici. Ma l’offerta dell’editoria manoscritta risulta insufficiente e si cominciano a cercare procedimenti innovativi per produrre un maggior numero di copie in tempi brevi e a un costo minore. Il libro xilografato: è la prima produzione a stampa attraverso pagine incise su matrici di legno. La tipografia: combinazione di caratteri mobili di metallo che possono essere assemblati in infinite combinazioni. I tipi sono i caratteri che riproducono le lettere. La produzione meccanica di libri in Europa ebbe inizio a Magonza, in Germania, nel 1447, nella stamperia di Johan Gutemberg che inventò i caratteri metallici. Il grande vantaggio della stampa a caratteri mobili consiste nella possibilità di scomposizione e riutilizzazione degli stessi caratteri.
  • Procedimento: per ogni lettera viene fabbricato un punzone di metallo molto duro sulla cui estremità è incisa la lettera a rilievo. Con il punzone si incide una matrice di metallo meno duro su cui la lettera vien impressa in incavo (punzonatura). Da questa matrice si possono fondere caratteri tipografici nella quantità desiderata che risultano in rilievo, come il punzone.
  • Incunaboli: sono i testi stampati dal momento dell’invenzione della stampa fino al XVI secolo. Il nome deriva dal latino in cuna (in culla) che indica la nascita del libro.
Il primo libro stampato da Gutemberg fu la Bibbia.
  • Aldo Manuzio (Bassiano 1450 – Venezia 1515)
Fu il più importante stampatore ed editore del Rinascimento, profondo conoscitore del latino e del greco, amico di grandi letterati e intellettuali. Intorno al 1490 si trasferì a Venezia, importante centro di produzione libraria, e iniziò la sua attività di tipografo nel 1495 con la collaborazione del bolognese Francesco Griffo che elaborò una nuova serie di caratteri corsivi inclinati e molto compatti, che consentivano un’economia di spazio e quindi un prezzo più accessibile del libro. Con questo tipo di caratteri Manuzio stampò una illustre serie di testi classici, tra i quali il più notevole fu l’Hpnerotomachia Poliphili (Battaglia d’amore nel sogno di Polifilo) di Francesco Colonna. Dall’aprile 1501 pubblicò mensilmente, per cinque anni, un’edizione di testi classici molto pregiati, in tiratura di mille copie, chiamati edizioni aldine, che per il piccolo formato e il prezzo accessibile si diffusero in tutta Europa.