lunedì 26 aprile 2010

PAUL KLEE

Conosce Kandinskij nel Blaue Reiter, periodo in cui l’artista produce soprattutto disegni e incisioni. I due artisti si ritroveranno poi al Bauhaus come insegnanti. Klee, inizialmenter poeta e musicista, dopo una prima fase disegnativa, scopre il colore nel 1914, grazie un viaggio a Tunisi con Macke (altro pittore del Cavaliere Azzurro) dove resta conquistato dalla luce dell’Africa del Nord, dirà allora “Ora sono un pittore!”; va tuttavia tenuta presente anche l’influenza esercitata su di lui dalla pittura di Delaunay e dall’orfismo, evidente nell'uso de colore, estremamente luminoso e trasparente, e sottolineata ulteriormente dall'importanza del ritmo che il colore stesso assume all'interno della composizione. La sua pittura è fatta di un gioco di rimandi tra realtà e ricordi, intrisa di ironia che trasfigura le immagini combinandole con stilemi infantili. Rifiuta un atteggiamento dogmatico nei confronti dell’astrazione. Crea immagini perfettamente bidimensionali in base a due assi ortogonali, uso di prospettive oblique e di griglia a scacchiera su cui imposta un discorso di pure relazioni tra colori. Certamente la sua formazione musicale e poetica influiscono sul suo modo di concepire la pittura.
La sua produzione in un certo senso rovescia il mito della spontaneità espressionista attuandosi attraverso un processo lento e analitico e chiedendo all’osservatore una contemplazione altrettanto lenta più che una percezione emotiva immediata.